Peronospora della vite: cos’è e quali soluzioni adottare
La peronospora della vite è una malattia fungina causata dal patogeno Plasmopara viticola, che rappresenta una minaccia significativa per le vigne, tanto da compromettere la qualità e la resa dei raccolti.
Nel 2023, in Italia, la diffusione della peronospora ha raggiunto proporzioni allarmanti, colpendo non solo le regioni tradizionalmente a rischio, ma anche aree in cui il patogeno non è solitamente un problema. Regioni come l’Abruzzo o la Toscana – normalmente a rischio oidio – hanno subito perdite considerevoli nella produzione a causa della peronospora.
Numerose aziende agricole hanno riportato danni rilevanti: in media intorno al 60-70%, con punte al 100%. Potevamo aspettarci che le aziende agricole più interessate dalla peronospora della vite sarebbero state quelle con approccio biologico, ma neanche i vigneti convenzionali sono stati risparmiati, dimostrando la forza e l’adattabilità del patogeno.
Continua a leggere per conoscere meglio questa malattia, scoprire quali misure preventive adottare e come limitare i danni.
Cos’è la peronospora della vite
La peronospora della vite è causata da un fungo che colpisce tutte le parti verdi della pianta: foglie, germogli e grappoli.
L’ambiente ottimale per la sua proliferazione è quello con elevata umidità. Sono i periodi particolarmente piovosi, infatti, quelli più rischiosi per il suo sviluppo, quando le piante sono più suscettibili alle infezioni.
Le fasi cruciali si manifestano durante la primavera e l’estate, quando la malattia può propagarsi rapidamente compromettendo le foglie e i grappoli.
Segni e manifestazioni della peronospora
Riconoscere precocemente i segni dell’infezione da peronospora sulla vite è fondamentale per adottare misure preventive tempestive.
Le prime manifestazioni includono le cosiddette ‘macchie d’olio’ cioè chiazze tondeggianti sulle foglie – anche ai bordi -, inizialmente di colore verde chiaro che diventano successivamente giallastre. Sul lato superiore delle foglie, nelle zone interessate, si forma una specie di trasparenza che dà il nome a questa condizione.
Sulla parte inferiore si sviluppano, invece, filamenti miceliari di consistenza cotonosa che nel tempo necrotizzano il tessuto fogliare e portano frequentemente alla caduta prematura delle foglie. Nei casi più gravi, l’apparato fogliare può andare completamente perso.
Se l’infezione avviene tardivamente o a fine estate, si manifesta l’effetto ‘mosaico’. Le foglie più vecchie si ricoprono di molte macchie giallastre, soprattutto vicino alle nervature. Anche in questo caso, la pagina inferiore viene ricoperta da piccoli gruppi di micelio e, con il passare del tempo, la foglia necrotizza.
Sui grappoli, i segnali di infezione sono la colorazione brunastra e la deformazione a uncino della parte finale del grappolo, che si ricopre della caratteristica muffa bianca in ambienti particolarmente umidi. Gli acini atrofizzano e, se sono già formati, il loro colore vira verso il bruno ma non compare micelio.
Le cause della malattia e come prevenirla
Ciò che causa la peronospora della vite è la compresenza di fattori ambientali ma anche microbiologici, che danno luogo ad un ambiente particolarmente favorevole per il suo sviluppo e diffusione.
Come abbiamo già visto, l’umidità è la condizione principale affinché si verifichi l’infezione di peronospora, ma anche una microbiologia alterata del suolo gioca un ruolo cruciale nella sua propagazione.
Si potrebbe pensare, a questo punto, che l’unico rimedio utile sia quello di impiegare dosi massicce di fungicidi. Ma questa non è l’unica strada percorribile.
Chi ha scelto un approccio biologico alla viticoltura e ha adottato con convinzione i principi dell’approccio olistico in agricoltura, sa bene quale sia l’impatto dei prodotti chimici sul suolo, sui frutti, sulla salute dell’uomo e dell’ambiente in cui viviamo.
Ecco perché la difesa biologica torna ad essere un prezioso alleato nella prevenzione della peronospora e di altre malattie fogliari. Pratiche agricole mirate a restituire al suolo e all’ambiente circostante le condizioni ideali per la crescita delle piante e – come conseguenza indiretta – a creare un ambiente inospitale per i patogeni, possono fare la differenza per mantenere un approccio biologico nonostante le sfide dei giorni nostri.
Funghi antagonisti e batteri benefici, una struttura del terreno che consenta il drenaggio e la regolazione dell’umidità, ma anche la presenza nel suolo dei nutrienti essenziali per la salute delle piante, rappresentano strategie preventive fondamentali.
Ecco perché in Biozeta abbiamo sviluppato il metodo Geavitae: una soluzione avanzata che punta a rigenerare il suolo attraverso la microbiologia.
Il protocollo che attuiamo si compone di tre fasi principali:
- analisi al microscopio – attraverso l’osservazione, valutiamo la situazione microbiologica del suolo e definiamo le strategie più efficaci;
- nutrizione – ripristiniamo la fertilità biologica del suolo attraverso piani di inoculo studiati ad hoc e l’applicazione di fertilizzanti microbiologici specifici;
- gestione – manteniamo l’equilibrio microbiologico ottimale nel tempo con pratiche rigenerative, garantendo continuità ed efficacia.
L’approccio integrato del Metodo Geavitae non solo contribuisce a creare delle condizioni inospitali per la peronospora ma aumenta anche la capacità stessa delle piante di difendersi dall’attacco dei patogeni, promuovendo la salute del suolo e dell’ambiente in modo sostenibile.
La peronospora è una sfida seria per gli agricoltori, ma comprendendo quali sono i fattori che influenzano lo sviluppo del patogeno e adottando strategie preventive avanzate, è possibile mitigare l’impatto della malattia garantendo una viticoltura più resistente e prospera.