Coltivazione del nocciolo: migliora produttività, resa e sanità dei frutti con il progetto 40-20-10
Nel cuore delle pittoresche terre di Ronciglione (in provincia di Viterbo) Biozeta sta portando avanti con successo il Progetto 40-20-10 per la coltivazione del nocciolo.
Affacciata sullo splendido lago di Vico, questo territorio da tempo dedito alla coltivazione della varietà di nocciola romana offre il contesto ideale per testare sul campo una metodologia che parte dalla salute del suolo per migliorare la resa e la qualità dei frutti, la produttività e la resistenza a patogeni e parassiti.
L’obiettivo, infatti, è quello di migliorare le condizioni di sviluppo e prosperità delle piante per ottenere elevate produzioni di nocciole dal valore nutrizionale più alto e sostenere così l’operato degli esperti nocciolai locali, attraverso l’impiego di biotecnologie innovative.
Gli obiettivi del Progetto 40-20-10 per la coltivazione del nocciolo
Puntare alla più alta redditività è l’obiettivo di tutti gli agricoltori, ma quando si tratta di nocciole il sistema di valutazione della qualità è particolarmente stringente e articolato.
Il meccanismo che consente di attribuire un valore alle nocciole raccolte si basa sull’attribuzione di un punteggio che tiene conto di diversi fattori. Per raggiungere un punteggio il più alto possibile, ogni produttore lavora per produrre elevate quantità di nocciole con la massima resa possibile e una minima incidenza di scarto (per danni causati da insetti o altro), così da aumentare il valore del raccolto.
Per ogni punto di resa viene attribuito un valore economico tanto più alto quanto più bassa è l’incidenza dello scarto. Ad esempio, per frutti di prima classe:
- la resa della nocciola sgusciata deve essere pari o superiore al 40% del peso lordo;
- la produzione media minima annuale deve raggiungere almeno 20 quintali per ettaro;
- lo scarto (cimiciato) deve rimanere al di sotto del 10% dell’intero raccolto – o inferiore al 20% per coltivazioni biologiche.
Raggiungere questi obiettivi ambiziosi è possibile, ma soltanto curando il benessere delle colture. Piante sane sono più resistenti a stress abiotici e biotici (ambientali o patogeni), massimizzando naturalmente l’efficienza fotosintetica e l’efficacia del sistema suolo-pianta.
Da oltre 30 anni, Biozeta sostiene l’importanza del ruolo della microbiologia nella salute delle colture e il Progetto 40-20-10 rappresenta la sintesi delle nostre ricerche mirate a migliorare la coltivazione del nocciolo nel rispetto dell’ecosistema.
La salute delle piante è intimamente connessa con la salute del suolo, e questo progetto si basa proprio su questa premessa, proponendo un approccio innovativo che inizia dalla terra per ottenere frutti di qualità superiore.
Collaborando con i nocciolai locali, abbiamo implementato soluzioni avanzate basate sulla rigenerazione microbiologica del suolo ottenendo notevoli successi e risultati tangibili.
Abbiamo portato la percentuale di nocciole sgusciate – sul peso lordo – fino al 44%, un dato decisamente superiore rispetto alla media che si attesta al di sotto del 40%. Si tratta di quattro punti percentuali che fanno la differenza nel punteggio finale e, di conseguenza, sulla redditività del raccolto.
La sinergia tra il know-how dei nocciolai e le più recenti scoperte in campo biotecnologico ci ha consentito di restituire al terreno la sua naturale fertilità, ricreando l’ambiente migliore per la crescita delle piante, lo sviluppo di un’abbondante produzione, con alta resa e una minima incidenza di danni dovuti agli insetti fitofagi.
40-20-10: tre indici per uno standard di produzione più alto
Cosa si cela dietro questi valori?
40-20-10 sono gli obiettivi minimi di produzione che abbiamo individuato per ottenere nocciole di prima qualità, da vendere al prezzo migliore sul mercato.
Ognuno di essi riguarda un aspetto diverso che, come abbiamo visto, influisce in modo rilevante sul valore finale dei frutti:
- 40 – Resa delle nocciole: raggiungere una resa delle nocciole sgusciate pari almeno al 40% del peso lordo significa avere a che fare con una pianta in equilibrio con l’ambiente circostante, che gode delle condizioni ideali per offrire un rendimento superiore;
- 20 – Produzione media minima annuale: ridurre le oscillazioni annuali nella produzione è una sfida, ma con l’applicazione dei protocolli di Biozeta possiamo porre le basi per stabilizzare la produzione media annua al valore di 20 quintali per ettaro o superiore. Questo non solo aumenta la produzione complessiva ma offre anche ai nocciolai una maggiore sicurezza economica, riducendo il rischio legato alle variazioni climatiche e agli squilibri della pianta.
- 10 – Cimiciato: un aspetto cruciale per la qualità delle nocciole è il livello di danni causati dalle cimici e da altri insetti fitofagi durante il loro sviluppo. Il Progetto di Biozeta consente di mantenere il cimiciato al di sotto dei 10 punti percentuali, ottenendo nocciole di prima classe e un raccolto sano e di alta qualità.
Con il Metodo Geavitae, cuore pulsante del Progetto 40-20-10, seguiamo un approccio agronomico incentrato sulla salute del suolo. Già dalle prime applicazioni abbiamo ottenuto risultati in linea – e in alcuni casi migliori – rispetto agli obiettivi preposti, raggiungendo un elevato standard di produzione.
Scopri di più su questo nuovo sistema di coltivazione microbiologica.
Il metodo Geavitae
Questo innovativo sistema di coltivazione microbiologica è incentrato sul ripristino dello stato di salute del suolo e dell’equilibrio con la pianta, attraverso la restituzione della complessità microbiologica al terreno – spesso assente o ridotta.
Ciò consente di ridurre drasticamente l’impiego di composti chimici – generalmente usati per colmare le lacune di nutrienti, migliorare la struttura del substrato ed eliminare infestanti e parassiti.
Il metodo Geavitae si articola in tre passaggi chiave:
- analisi microbiologica – attraverso un’approfondita osservazione al microscopio, analizziamo attentamente la situazione microbiologica iniziale del suolo. Questa valutazione ci fornisce un quadro dettagliato e ci guida nella definizione di strategie più efficaci per migliorare i risultati complessivi;
- nutrizione mirata – puntiamo a ripristinare la fertilità biologica del suolo con piani personalizzati, adattati alle specifiche esigenze di ogni coltura. Utilizziamo fertilizzanti microbiologici appositamente formulati per garantire un sostegno nutrizionale ottimale, contribuendo così al benessere delle piante;
- gestione dell’equilibrio microbiologico – un aspetto cruciale di questo metodo è la gestione a lungo termine dell’equilibrio microbiologico. Implementiamo pratiche rigenerative che mantengono in modo efficace e continuativo l’equilibrio tra pianta, suolo e radice. Questa gestione attiva è fondamentale per garantire una crescita sostenibile e una salute ottimale delle colture nel tempo.
Proliferazione di micorrize sulle radici dopo l’applicazione del protocollo di Biozeta.
Rigenerare il suolo e fornirgli la complessità microbiologica che ha perso – a causa di particolari lavorazioni, condizioni ambientali o l’impiego di prodotti chimici come fertilizzanti, antiparassitari e antimicotici – è il nostro obiettivo. Possiamo raggiungerlo sfruttando una simbiosi che si sviluppa al di sotto della superficie: le micorrize. Questa relazione tra le radici e alcuni funghi rafforza la salute del sistema suolo-pianta.
Leggi l’approfondimento per scoprire cosa sono le micorrize e perché questa simbiosi sotterranea rivoluziona la vita delle piante.
Il Progetto 40-20-10 è un esempio eccellente di come la biotecnologia innovativa e l’agricoltura rigenerativa possano convergere per migliorare la qualità, la resa e il valore economico dei prodotti agricoli. Non è solo una sperimentazione agricola, ma un’affermazione del nostro impegno verso una coltivazione sostenibile e di alta qualità.
In questo contesto, la salute delle piante e la salute del suolo diventano elementi chiave per un futuro agricolo promettente.