La salute del suolo italiano ai tempi della crisi climatica: uno sguardo ai dati
Il suolo – spesso paragonato alla pelle del nostro pianeta – è fonte di vita, nutrimento e biodiversità. Tuttavia, i cambiamenti climatici e le pratiche agricole non sempre sostenibili stanno esercitando pressioni senza precedenti su questa risorsa cruciale.
Approfondire la situazione attuale e lo stato di salute del suolo in Italia, soprattutto nell’attuale scenario di crisi climatica, ci può aiutare a comprendere la gravità del problema e pianificare le contromisure adeguate.
Salute del suolo e crisi climatica
Re Soil Foundation ha presentato il primo Rapporto sulla salute del suolo italiano, da cui si evince che il 61.5% dei suoli europei mostra segni di degrado e non è quindi in grado di fornire adeguatamente i cosiddetti servizi ecosistemici essenziali:
- approvvigionamento di cibo, acqua e materie prime;
- regolazione della qualità dell’aria, del clima, delle malattie;
- supporto alla formazione del suolo e ai processi di fotosintesi;
- culturale per il mantenimento della nostra salute psicofisica, per il turismo, per i valori estetici e spirituali che vi risiedono.
Le implicazioni della cattiva salute del suolo sono molte e il loro forte impatto su ambiti così vasti è preoccupante per l’intero pianeta.
In Italia, purtroppo, il panorama non è meno critico: il 47% dei nostri suoli è considerato in cattivo stato di salute. Nonostante tale percentuale sia leggermente inferiore alla media europea, i numeri dipingono un quadro comunque allarmante.
La causa principale di questo malessere è l’erosione, che affligge il 23% dei terreni nazionali, spesso peggiorata dalle pendenze caratteristiche del paesaggio italiano, dalle intense precipitazioni e dalla copertura vegetale in molti casi ridotta o assente.
Ma non si tratta solo di questo. C’è una considerevole perdita di sostanza organica – che interessa il 19% dei suoli – un fattore che ne riduce notevolmente la fertilità e la resilienza ai cambiamenti climatici.
La contaminazione da rame, poi, incide sul 14% del territorio, soprattutto in quelle aree dedicate alla viticoltura, dove l’uso di pesticidi contenenti questo metallo è stato praticato per lungo tempo.
Le conseguenze di un suolo in cattivo stato di salute
Le conseguenze di questa situazione non sono trascurabili. Un suolo poco sano influenza la crescita e lo sviluppo delle colture, influisce sulla qualità dell’acqua, sulla regolazione del clima e sulla conservazione della biodiversità.
Quando i suoli non sono più in grado di erogare questi servizi fondamentali, l’intero ecosistema ne risente, compresi gli esseri umani, che da esso dipendono per cibo, acqua pulita e un ambiente sano. Approfondisci il legame tra il microbioma umano e il terreno.
Per arginare questi problemi e ristabilire la salute dei suoli, è fondamentale adottare politiche mirate al contrasto dei cambiamenti climatici e volte alla promozione di pratiche agricole sostenibili. Inoltre, è essenziale agire direttamente sul suolo per rivitalizzarlo, renderlo più sano e forte, così che sia più resistente – e possa supportare meglio anche le piante che vi crescono – agli eventi atmosferici avversi.
In questo contesto, è importante considerare qual è il ruolo della microbiologia del suolo. Il terreno, infatti, è un ecosistema complesso e dinamico, popolato da un’infinità di microrganismi che svolgono funzioni essenziali per la sua fertilità e per il sostentamento delle piante. Scopri cosa vuol dire rigenerare il terreno con la microbiologia.
Il compito degli addetti al settore agricolo e alla manutenzione del verde è quello di nutrire e curare questa ricca vita microbica per preservarne la vitalità ed avere a cascata ricadute positive sull’ambiente.
I vantaggi di un approccio che mette al centro la salute della microbiologia del suolo sono davvero molti:
- piante più robuste e produttive;
- minor dipendenza da fertilizzanti e antiparassitari chimici;
- ambiente più equilibrato in grado di immagazzinare carbonio, lottare contro l’erosione e promuovere la biodiversità.
Inoltre, un suolo sano con una biodiversità microbica attiva è uno strumento fondamentale per la resilienza ai cambiamenti climatici, poiché contribuisce a mitigare gli impatti dell’aumento delle temperature e delle precipitazioni irregolari. Ecco perché e come preservare la vitalità del microcosmo presente nella rizosfera.
In questa ottica, le biotecnologie innovative per l’agricoltura si pongono come alleate fondamentali per salvaguardare e rivitalizzare il suolo. Attraverso la scienza e l’innovazione, è possibile sviluppare soluzioni che massimizzino la salute del terreno e le performance delle colture mentre si riduce l’impronta ambientale dell’agricoltura, come Geavitae, il nuovo sistema di coltivazione microbiologica di Biozeta.
Confrontarsi con la crisi del suolo italiano significa riconoscere l’urgenza di un cambio di paradigma nell’agricoltura e nel mantenimento del verde. Prendersi cura del suolo non è solo una questione di produzione agricola ma una responsabilità condivisa per la salvaguardia del pianeta.
Iniziare da un suolo sano e vivo è il primo passo per garantire la salute del nostro ecosistema e, di riflesso, la nostra.
Scopri di più sulle strategie più efficaci per rendere i vigneti più resistenti al cambiamento climatico.