Microbioma umano: cos’è e com’è connesso con il suolo
Il microbioma umano è un intricato ecosistema di microrganismi che popolano varie parti del nostro corpo – dall’intestino fino alla pelle – svolgendo un ruolo vitale nel mantenimento della salute generale.
Questa comunità microbica, composta principalmente da batteri, virus, funghi e protozoi, non solo contribuisce al corretto funzionamento del sistema digestivo, ma è anche strettamente connessa al sistema immunitario, influenzando direttamente la nostra salute metabolica.
La comprensione del microbioma umano è cresciuta notevolmente nel corso degli anni, evidenziando l’importanza della diversità e dell’equilibrio all’interno di questo complesso ecosistema.
La connessione tra la salute umana e la composizione del microbioma è diventata un focus fondamentale della ricerca scientifica, poiché le implicazioni di uno squilibrio – o disbiosi – possono essere estese e – in alcuni casi – anche gravi. Si va, infatti, dai disturbi gastrointestinali alle allergie, dall’obesità fino all’alterazione delle normali condizioni neurologiche.
Uno degli aspetti meno esplorati, ma altrettanto cruciale, è la relazione tra il microbioma umano e la terra.
Qual è la differenza tra microbioma e microbiota?
Prima di addentrarci nella relazione tra microbioma e suolo, è bene chiarire la differenza tra due termini spesso erroneamente utilizzati come sinonimi.
Il microbiota è l’insieme delle diverse specie di microrganismi presenti in un determinato ambiente.
Il microbioma, invece, amplia questa definizione, includendo non solo le specie microbiche, ma anche le loro interazioni reciproche e con l’ambiente circostante. Il microbioma comprende quindi anche i metaboliti, le sostanze prodotte dai microrganismi e il materiale genetico presente nell’ambiente.
Questa distinzione è ancor più importante quando consideriamo l’impatto del microbioma sulla salute umana e sulla sua interazione con l’ambiente, in particolare con il suolo.
Il microbioma non è solo un riflesso delle specie microbiche presenti in un habitat, ma rappresenta un complesso sistema integrato di organismi, metaboliti e geni che contribuiscono al funzionamento di tutto l’ecosistema, sia umano che ambientale.
Nel caso del suolo, il microbioma agisce come una rete viva, composta da batteri, funghi, protozoi e virus, che interagiscono tra loro e con le radici delle piante, influenzando la fertilità, la capacità di trattenere l’acqua e i nutrienti, la capacità di autodifesa delle piante da patogeni e parassiti ma anche dagli stress abiotici tipici del nostro tempo, a causa del cambiamento climatico in atto.
Queste interazioni si riflettono anche sul microbioma umano attraverso l’esposizione diretta o indiretta al suolo, evidenziando una connessione inscindibile tra la salute del terreno e quella dell’uomo.
Questo concetto diventa centrale quando si affrontano le minacce poste dall’agricoltura intensiva, che altera profondamente il microbioma del suolo, riducendo la sua capacità di sostenere la biodiversità e compromettendo così anche la nostra salute (Cap. 3 Microbiota del suolo e One Health, in Microbioma – One Health: dal suolo al benessere dell’Uomo, a cura di V. Michele Sellitto).
Il microbioma del suolo: un ecosistema complesso e dinamico
Come il microbioma umano, anche il microbioma del suolo è un sistema vivente straordinariamente complesso e dinamico.
Il suolo, che è un corpo naturale tridimensionale composto da una fase solida, liquida e gassosa, fornisce l’ambiente ideale per un’incredibile varietà di microrganismi, tra cui batteri, funghi, protozoi e virus. Questi microrganismi interagiscono tra loro e con le radici delle piante, creando un ecosistema che svolge funzioni vitali per la fertilità del terreno, la disponibilità di nutrienti, la capacità di trattenere l’acqua e la difesa contro patogeni e parassiti.
Le interazioni tra il microbioma del suolo e le piante sono fondamentali per la salute delle colture. Ad esempio, i batteri azotofissatori convertono l’azoto atmosferico in una forma utilizzabile dalle piante, mentre i funghi micorrizici favoriscono l’assorbimento di nutrienti essenziali.
Ma il microbioma del suolo non si limita a supportare la vita delle piante; svolge anche un ruolo nel regolare il clima dell’intero pianeta, contribuendo al sequestro del carbonio atmosferico.
Ciò che rende il microbioma del suolo ancora più interessante è la sua connessione con il microbioma umano.
Gli esseri umani sono continuamente esposti ai microrganismi presenti nel suolo, sia attraverso l’aria che respiriamo – che può contenere spore fungine e batteri – sia attraverso il contatto diretto con la terra, come quando coltiviamo orti o consumiamo alimenti che ne sono stati influenzati.
Le modifiche nel microbioma del suolo, specialmente quelle causate dall’agricoltura intensiva e dall’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, non solo minacciano la biodiversità del terreno, ma possono anche alterare la composizione del nostro microbioma, compromettendo la nostra salute.
Il microbioma del suolo non è un ecosistema isolato, ma una rete viva che interagisce continuamente con il nostro organismo, creando una connessione inscindibile tra la salute della terra e quella dell’uomo.
Un altro aspetto che conferma il legame tra il microbioma umano e quello del suolo riguarda le reazioni di ossidoriduzione (Redox) che sono alla base di numerosi processi vitali sia nelle piante che nel corpo umano.
Queste reazioni, infatti, implicano lo scambio di elettroni tra molecole, agendo in modo importante sulla dinamica e sul bilanciamento del microbioma.
Nel suolo, un sistema Redox equilibrato è essenziale per la crescita delle piante perché:
- regola la disponibilità di nutrienti;
- promuove la decomposizione della materia organica;
- aiuta a mantenere la biodiversità microbica.
La salute del microbioma del suolo, quindi, dipende anche dall’attività Redox, che influenza la capacità del terreno di trattenere l’acqua, neutralizzare i patogeni e rispondere agli stress ambientali, come quelli legati al cambiamento climatico.
Le piante, attraverso le loro radici, partecipano alle reazioni di ossidoriduzione che avvengono nel suolo, rilasciando essudati radicali che influenzano l’ambiente chimico, creando una connessione reciproca tra la salute della terra e quella delle colture.
Allo stesso modo, quando consumiamo cibi coltivati in terreni ricchi di un microbioma sano, il nostro organismo beneficia di un flusso equilibrato di nutrienti che sostiene la salute e previene le malattie.
Un’alimentazione equilibrata, ricca di antiossidanti come i polifenoli presenti nell’olio extravergine di oliva e nel vino rosso, aiuta a mantenere un bilanciamento nelle reazioni di ossidoriduzione che avvengono all’interno del nostro organismo, contrastando i danni ossidativi e prevenendo malattie legate all’invecchiamento e al sistema immunitario.
Il microbioma umano è a rischio: le minacce dell’agricoltura moderna
Come abbiamo già anticipato, la letteratura scientifica ci insegna che i microrganismi presenti nel suolo possono influenzare il nostro microbioma attraverso vari meccanismi, tra cui il contatto diretto con la terra, l’assunzione di alimenti non sottoposti a trattamenti in grado di distruggere questi organismi microscopici, o la semplice respirazione di particelle in sospensione nell’aria.
Questa interazione era comune già dai primi stadi dell’evoluzione umana, fino all’avvento dell’agricoltura moderna, che ha drasticamente alterato questo rapporto.
Con il suo uso intensivo di pesticidi, fertilizzanti chimici e l’impiego eccessivo di monocolture, ha contribuito pesantemente alla perdita di biodiversità nel terreno. Questa omogeneizzazione ha avuto un impatto diretto sulla diversità del microbioma umano, poiché l’esposizione a una varietà limitata di microbi può compromettere la sua ricchezza e stabilità.
In questo contesto, preservare la biodiversità del suolo emerge come un elemento cruciale per tutelare la salute umana.
L’inquinamento chimico e l’uso di sostanze tossiche nell’agricoltura possono alterare la composizione del suolo, influenzando a cascata il nostro microbioma. La pratica delle monoculture – coltivando le stesse piante su vaste aree – limita ulteriormente la diversità del suolo.
L’impiego di pratiche agricole sostenibili, che puntano a preservare e potenziare la biodiversità del terreno, è la chiave di volta per restituire all’ambiente ciò che l’agricoltura moderna gli ha tolto.
Nutrire il suolo per nutrire il pianeta
Piuttosto che considerare il suolo come un supporto inerte, dovremmo vederlo e trattarlo come ciò che è: un organismo vivente che necessita di cura e attenzione costante per svolgere le sue funzioni vitali.
In quest’ottica, è nata l’agricoltura rigenerativa: una pratica che mira a ripristinare e migliorare la salute del suolo, andando oltre la semplice coltivazione delle piante per promuovere la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi agricoli.
Le pratiche di agricoltura rigenerativa si concentrano sul “nutrire il suolo”, creando condizioni favorevoli per lo sviluppo di un microbioma sano. Tra le pratiche principali troviamo:
- utilizzo del compost: l’impiego di ammendanti organici ricchi di nutrienti e microrganismi benefici restituisce al suolo gli elementi nutritivi (come azoto, fosforo e potassio) e la biodiversità microbiologica che l’agricoltura intensiva ha ridotto o eliminato, a causa dell’uso eccessivo di fertilizzanti chimici e pesticidi;
- cover crops: le colture di copertura proteggono il suolo dall’erosione, migliorano la struttura del terreno e arricchiscono il microbioma con materia organica. Sono fondamentali per favorire la biodiversità nei campi;
- lavorazioni conservative: queste tecniche, che includono una minima lavorazione del terreno e l’adozione di sistemi che evitano l’inversione degli strati del suolo, preservano la struttura naturale del terreno, riducono l’erosione, migliorano la capacità di trattenere acqua e contribuiscono al sequestro del carbonio atmosferico;
- inoculi microbici caratterizzati da elevata biodiversità: l’applicazione mirata di consorzi microbici al suolo incrementa la diversità e l’attività dei microrganismi benefici, stimolando processi naturali come la mineralizzazione dei nutrienti e la protezione delle piante da stress biotici e abiotici.
Adottando queste buone pratiche e accorgimenti, siamo in grado di potenziare la biodiversità del terreno creando un ambiente che favorisce una crescita sana delle piante, riducendo al minimo l’uso di sostanze chimiche.
Le colture, in un terreno ricco di microbiologia, sviluppano naturalmente efficaci difese contro patogeni e stress abiotici.
Restituiamo al suolo ciò che gli abbiamo sottratto
L’impiego di pratiche agricole sostenibili sta alla base di questa transizione. È per questo che in Biozeta abbiamo sviluppato il Metodo Geavitae, un approccio all’agricoltura che si basa sui principi della rigenerazione del suolo, promuovendo la salute del terreno attraverso una gestione equilibrata di microrganismi, nutrienti e pratiche colturali.
In un contesto in cui l’agricoltura moderna ha compromesso la diversità del suolo, vogliamo andare direttamente ad agire al cuore del problema e lavorare non solo per il benessere del pianeta ma anche della nostra salute.
La biodiversità del terreno è fondamentale per il benessere del microbioma umano e il Metodo Geavitae mira a preservare e potenziare questa biodiversità, consentendo di ottenere una produzione abbondante ma anche dall’alta qualità nutraceutica.
Scopri di più su questo nuovo sistema di coltivazione microbiologica.
Il microbioma umano è intimamente legato al mondo che ci circonda, con il suolo che gioca un ruolo cruciale in questa relazione. Comprendere e preservare questa connessione è imperativo per adottare pratiche a favore della salute delle colture e dell’uomo.
Se vuoi saperne di più, leggi l’approfondimento sul legame tra la rigenerazione del suolo e la salute umana.